Se l’usuraio diventa il ministro anti-euro Savona…

Se l’usuraio diventa il ministro anti-euro Savona…

“Usura appesantisce il tratto,
falsa i confini, con usura
nessuno trova residenza amena.

Si priva lo scalpellino della pietra,
il tessitore del telaio”

E il Ministro fu accusato di essere usuraio…

Ebbene si. Non ci facciamo mancare niente. Di usura bancaria si è parlato pubblicamente molto poco negli ultimi anni e non lo si è di certo fatto sotto i riflettori, relegandola a questione di diritto, meramente tecnica e così provando a “neutralizzarla” rispetto alle ricadute “sociali” del fenomeno e alle possibili soluzioni politiche dello stesso.  Eppure l’usura non è mera questione giuridica, ma l’atteggiamento verso questa odiosa pratica misura il grado di civiltà di un popolo, come ben sapeva il Poeta. Che poi possa essere praticata anche dalle banche, ovvero da un soggetto sentito dall’opinione pubblica  spesso – e a torto – come istituzionale, lo si lascia cadere volentieri sotto silenzio. Sottintendendo che la banca non è un’organizzazione criminale e se pratica il prestito usuraio lo fa per sbaglio, per disattenzione, per errore.  Pertanto, nel nostro paese, di usura bancaria  si discute per lo più nelle aule dei tribunali e sulle riviste specializzate di diritto bancario. Questione di tassi applicati che superano i tassi soglia antiusura rilevati per legge, oltre cui vi è usura. Questione di decimali. Questione di Banca d’Italia Spa, che detta le istruzioni  per calcolare l’usura praticata da quelle stesse banche che ne detengono le azioni. Il controllore che è posseduto dai controllati. Non è uno scherzo. Invano cercherete parole sull’argomento dai nostri intellettuali umanitari, dai paladini della solidarietà astratta e cosmopolita. Dovrebbero tuffarsi nella vita reale, nella carne viva del paese, il nostro, e troverebbero gli imprenditori, piccoli e medi soprattutto, che ben sanno cosa significa comprare il denaro a prezzi altissimi dal ceto bancario, loro che il denaro non lo creano dal nulla, ma dal lavoro di ogni giorno. Denaro come equivalente del lavoro, denaro come strumento, quello degli imprenditori. Non denaro come profitto, non denaro creato senza equivalente, con un clic su una tastiera, come quello prestato. Imprenditori che di fronte alla crisi non solo sono stati lasciati soli dalle banche, ma ne hanno subito la furia e, spesso, il colpo di grazia.

Ma con questo governo le cose sono cambiate anche in questo senso. L’usura bancaria è andata, per qualche ora, sotto i pubblici riflettori qualche giorno fa, quando i giornali di tutto il paese danno la notizia di un Ministro indagato per usura. E quel Ministro è poco di meno che Savona, il nodo della discordia nei giorni della crisi istituzionale, colui che osò mettere in dubbio l’euro, colui la cui nomina all’Economia avrebbe spaventato i mercati. Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio. Tecnicamente, la notizia di Paolo Savona usuraio è una boutade… nel senso che se Savona fosse riconosciuto colpevole dei tassi – qualora usurai – praticati dalla banca di cui all’epoca era ai vertici, si creerebbe un precedente per cui tutti gli appartenenti al sistema bancario, nessuno escluso, dal 1997 (anno in cui la nuova disciplina sull’usura viene concretamente applicata) ad oggi  potrebbero essere riconosciuti colpevoli e definiti usurai. Pertanto, da un punto di vista tecnico-giuridico questo non accadrà, per come la legge sull’usura viene interpretata e applicata nel nostro paese. Non accadrà, a meno che non debba accadere per altri motivi. È evidente, quindi, che l’eco dato alla notizia ha risvolti meramente – e volutamente – politici.

Resta, in conclusione, l’aspetto surreale di tutto ciò.  L’italiano medio che ancora legge i giornali e crede ai telegiornali (ma sempre di meno, per fortuna) viene bombardato dal messaggio che Il ministro antieuro, proprio lui, potrebbe essere usuraio. Uscendo dal tecnicismo in cui è stata relegata la questione usura, su cui si è fatto chiarezza, la notizia così come è stata data potrebbe far sorridere, ma in realtà risulta un ulteriore atto ostile nella battaglia che si è riaperta tra i sovranisti e i globalizzatori. L’usuraio che è contro l’euro già ci appare una contraddizione in termini, in quanto la moneta non sovrana appare usuraia per definizione. L’augurio però è che di fronte a questi atti “offensivi” , di scarsa efficacia in realtà,da parte dei media globalisti, si risponda politicamente e con decisione. Il nostro è il paese in cui negli ultimi 15 anni destra e sinistra sono stati intercambiabili nella difesa delle banche, ovvero sempre schierate con esse. In cui la stessa magistratura è intervenuta più volte, anche quella Suprema, e soprattutto e significativamente negli ultimi tempi (vi sono state tre sentenze della Cassazione a Sezioni Unite sull’argomento nel giro di un anno)  a interpretare la volontà del legislatore proprio in tema di usura bancaria sempre in senso, in definitiva, favorevole alle Banche, secondo una logica del “salvare il sistema” che appare quanto di più lontano dalla vita reale, in cui il sistema, con le banche quali attrici principali, ha fallito. Insomma: anche in questo campo, ad appannaggio di pochi esperti ma che decide la vita di molti, prevale ancora questa visione astratta che ormai urta contro l’urgenza, concreta, delle cose. Per cui si attendono risposte politiche.

Il parlamento ha la possibilità, anche in questo campo, di un vero cambio di rotta. Intervenendo certamente sulla riorganizzazione del settore bancario, ma anche sulla materia dell’usura praticata dalle banche, con  lo strumento della legge di “interpretazione autentica” che corregga le storture giurisprudenziali degli ultimi anni. Le forze politiche che sostengono questo governo contano, tra le proprie fila, esponenti sensibili a questo problema. Si pensi, ma non è l’unico, al Senatore Elio Lannutti dei 5 Stelle, presidente dell’Adusbef. Il momento è arrivato.

A proposito… l’Abi, l’associazione delle banche italiane, per bocca del suo presidente, solo pochi giorni prima della notizia di Savona usuraio, aveva proferito il verbo tecnocratico… più Europa, signori. E che sia quella di Bruxelles. Tutto torna.

Il Poeta, lui, la spiegava così, l’usura: “N.B. Usura: una tassa prelevata sul potere d’acquisto senza riguardo alla produttività, e sovente senza riguardo persino alla possibilità di produrre (onde il fallimento della Banca dei Medici)”.

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