Sicurezza: “Ripresa dei flussi migratori e rischio terrorismo”, il video-confronto tra informazione e politica

Sicurezza: “Ripresa dei flussi migratori e rischio terrorismo”, il video-confronto tra informazione e politica

“Ripresa dei flussi migratori e rischio terrorismo”, è questo il tema della videoconferenza organizzata venerdì 9 luglio dall’associazione Incursioni. All’incontro sono intervenuti la parlamentare di Fratelli d’Italia Ylenia Lucaselli e i giornalisti Antonio Albanese, Alessio Postiglione e Alessandro Sansoni.

Nel corso delle ultime settimane l’Italia ha assistito a una nuova recrudescenza del fenomeno migratorio: sono 19.320 gli sbarchi sulle coste nostrane nei primi 6 mesi del 2021, il 178% in più rispetto al 2020. “Anche se i numeri rimangono inferiori a quelli della crisi a cavallo tra il 2016 e il 2017 la percentuale continua ad aumentare progressivamente di anno in anno, rischiando di superare il punto critico”, rileva il giornalista Alessandro Sansoni aprendo il dibattito. “La redistribuzione tra i paesi dell’Unione Europea non si è rivelata una scelta adeguata per la risoluzione del problema che risiede proprio lì dove inizia il viaggio, e non al momento dell’approdo – conclude – Per comprendere il fenomeno migratorio bisogna guardare oltre il solo contesto mediterraneo, verso i Paesi dove avvengono le partenze: Africa centrale, Asia e Medio Oriente”. La soluzione, quindi, non può essere trovata tramite gli accordi con Turchia e Libia che se da una parte riducono effettivamente il numero degli sbarchi, dall’altra incrementano il rischio di terrorismo, come si evince guardando alla Libia, dove la compagnia militare turca Sadat gestisce gran parte dei campi profughi, luoghi principali della radicalizzazione.

“L’intero human trafficking è di per sé criminogeno”. Così Alessio Postiglione, giornalista di Formiche.it e autore di numerose pubblicazioni sul rapporto tra sicurezza e immigrazione. “Il problema del terrorismo non è legato solo a elementi radicalizzati che arrivano in Italia e in Europa – rileva Postiglione – è fatto di persone che, inconsapevolmente, alimentano il reddito criminale ingrossando uno dei business fondamentali delle compagini criminali formate non solo da jihadisti ma anche da esponenti di mafia e ‘ndrangheta”.

Nel corso del convegno sono emerse perplessità da parte dei relatori anche in merito alla gestione del fenomeno migratorio da parte di Ong e organismi sovranazionali. Su tutti, è stata segnalata la controversa gestione dei campi profughi e delle missioni da parte dell’Onu, in particolare, della missione MINUSCA, istituita nell’aprile del 2014, che ha visto l’invio nella Repubblica Centrafricana di oltre 10mila militari. I caschi blu non si sarebbero dedicati alla “stabilizzazione integrata e multidimensionale” del territorio, come nei piani delle Nazioni Unite, anzi sarebbero stati coinvolti in operazioni di fiancheggiamento dei vari gruppi di ribelli o addirittura in azioni vessatorie e illegali nei confronti delle popolazioni locali. Una instabilità politica e sociale che è alla base della volontà di emigrazione da parte di chi viene da zone lacerante dalle guerre civili.

“Quello migratorio è un fenomeno legato ad ambiti che superano il contesto mediterraneo”. Lo conferma il giornalista Antonio Albanese, che nel suo intervento ha analizzato la geopolitica della migrazione: “Accanto alle rotte più note ne esistono molte altre, così come vari sono gli approcci al problema. Alcuni Paesi, come Australia e Ungheria, intraprendono sistematicamente azioni volte a fermare gli arrivi e rispedire fuori dai confini nazionale chi arriva illegalmente, più di recente, anche la rotta artica è stata bloccata dal governo lituano. Tuttavia, come visto, il blocco dei flussi tout-court oltre a essere impossibile non può arginare tutte le ramificazioni criminali legate ad esso”. “Chi sbarca in Italia – segnala infine Albanese – spesso vuole solo transitare per il nostro Paese, ne consegue che gli accordi attualmente in essere in Unione Europea sono particolarmente sconvenienti per l’Italia e per gli stessi migranti”.

L’analisi politica dell’approccio al fenomeno migratorio è stato fornito dalla parlamentare Ylenia Lucaselli: “La politica non ha voluto prendere una posizione: la mancata gestione del fenomeno migratorio è stata una scelta che ha influito sui problemi interni e sulla proiezione internazionale dell’Italia”. “L’accoglienza ad ogni costo penalizza proprio chi arriva in Italia e in Europa. La maggioranza compie una migrazione economica e non di necessità, sono i soggetti più esposti al rischio di cadere elle maglie della radicalizzazione e quindi nel terrorismo”. Sono tanti i temi satellite che gravitano attorno al grande fenomeni migratorio, tra questi, Lucaselli ha segnalato le problematiche legate allo sfruttamento della manodopera clandestina, che ha conseguenze su intere filiere, penalizzando l’intero mercato del lavoro. “La risposta di Fratelli d’Italia al fenomeno forse non è definitiva – conclude la parlamentare – ma è l’inizio di un percorso e di una scelta consapevole”.

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