Il Coronavirus e gli eroi sul fronte degli hashtag [Giorno 4]

Il Coronavirus e gli eroi sul fronte degli hashtag [Giorno 4]

La questione del Coronavirus, in fin dei conti, è facile facile, come in tutte le epidemie. Ci sono quelli che portano la malattia, quelli che si ammalano e quelli che si salvano. Ora bisogna solo capire da che parte stare.

La risposta puoi trovarla in te ed esprimerla con un hashtag. Ebbene, questo hashtag – lo spiego a mia nonna che odia i giovani untori e applaude al lanciafiamme – è un sistema di etichettatura online. Sì, un’etichettatura. Come quella sui prodotti al supermercato o all’orecchio della vacca, solo che in questo caso etichetta la tua posizione su un dato argomento di attualità. E te la appiccichi da solo, bovinamente.

Il sistema dell’hashtag si vede da un po’ di tempo tra i politici, che questa volta l’hanno usato per esprimere un mix tra una linea di pensiero e un urlo di guerra. Un po’ come se William Wallace avesse postato con #noncitoglierannomailanostralibertà. Solo più conciso, tipo #noncitoglierannomai (poi i suoi fan, semmai, completano la frase nei commenti, dando vita a un contest… ma questa è un’altra storia).

Ora, dato che non è molto facile capire i dati della Protezione Civile (i morti per Coronavirus devono essere confermati dall’Istituto Superiore di Sanità e i contagiati sono direttamente proporzionali al numero di tamponi) è interessante comprendere quali sono le forze in campo attraverso gli hashtag governativi. Suggeriremo al governo anche possibili hashtag futuri, che siano di aiuto per vincere la guerra al virus.

Usati finora

#iorestoacasa

Forte il richiamo storico alla difesa dell’ultima trincea, quella che protegge la famiglia stessa del patriota. Nel 1917-’18, tra il Trentino e il Veneto avremmo sicuramente usato #iorestosulPiave. I tempi sono certamente diversi, ma l’afflato eroico di chi condivide il suo status su Facebook non muta. Niente “bum” di moschetti, ma “zap” di telecomandi. Perdio, che programmi!

#andràtuttobene

Quando il morale si infiacchisce e il diversionista si insinua e diverge dalle consegne, ecco una trasfusione di speranza. #andràtuttobene, sbandierano i bambini dai balconi delle case, nient’affatto alludendo alla scuola chiusa tutto l’anno. Un magnifico connubio di orgoglio materno e infante noia pastellata fanno apparire bello e pieno di vita anche il più insulso e triste degli arcobaleni. Esulta il pater familias, che con rinnovato vigore igienizza i ripiani di casa.

Usabili in futuro

#hovistogente

Nonostante gli hashtag, si muore. Nonostante l’esercito, esercita se stessa la morte. Il popolo si coscrive, gli occhi diventano feritoie per vedetta, le mani anelano alla vendetta. Da subito l’impressione che ci fosse troppa gente in giro aveva insospettito i più dritti di noi. Le massaie in fila al supermercato osservavano, osservate, le altre massaie. “Troppa gente”, si pensava tutte insieme. 

La chiusura degli spazi pubblici, il dispiegamento delle forze armate, Marina compresa, una nuova scarica di #iorestoacasa ancora non aveva scoraggiato i banditi, in giro per la città con pretestuosi lavori. Da qui la nuova pratica, sostenuta da governatori locali – all’anagrafe ideali vittime del virus – di usare l’hashtag #hovistogente, accompagnato da tag e/o foto del trasgressore.

I patrioti applaudirono dapprima a chi proponeva la forca, poi al boia. 

#magroèbello

Non si sa per quale oscura meccanica, nessuno più lavora. Rivolgimenti politici repentini cambiano lo scenario internazionale, ma alla massaia interessa che gli orari dei supermercati, chiusi dapprima alle 18, poi alle 16, alle 14 e poi per poche ore a settimana rivelano scarsità di cibo. Se il popolo non morde, il governo non demorde e, con l’hashtag #magroèbello, invita a valutare i vantaggi della più tradizionale delle diete dimagranti: la fame.

#lasciastarelosportello 

L’abitudine alla fila, infila le persone una dietro all’altra davanti allo sportello del bancomat. L’Italia, sottoposta ad attacchi finanziari, rassicura la cittadinanza suggerendole, attraverso hashtag e Forze dell’ordine, di non prelevare denaro. Ascoltando gli alleati europei, che per tutelare l’Italia stanno acquistando asset strategici di stato, il governo garantisce che la crisi è alle spalle. 

#hosalvatoilnonno

È tempo di rivendicare i successi della strategia della clausura. L’Italia ha bisogno di riconoscersi nel coraggio e nella dedizione. Sono circa 6.000 le vittime che vedono come concausa il Coronavirus, in attesa del riscontro dell’ISS. Ben 2.000 in meno rispetto al bilancio medio delle influenze stagionali

Un grande successo che, però, i diversionisti tendono a ignorare, rispondendo all’hashtag governativo #hosalvatoilnonno con un criminale #haiuccisomiofiglio. La misura è colma e il potere decide di sospendere la libertà di espressione. 

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